Cosa vuol dire essere giovane? E chi sono i giovani adulti?
Lo psicologo sociale Kenneth Keniston ha evidenziato come la società industriale abbia introdotto la fase dell’adolescenza tra l’infanzia e l’età adulta e come la società post-industriale abbia fatto nascere una nuova età: la fase giovanile, che va dai 19 ai 30 anni circa. Lo psicologo Jeffrey Arnett ha coniato il termine “emerging adulthood”, che è caratterizzata da:
ESPLORAZIONI IDENTITARIE, che continuano anche dopo l’adolescenza;
INSTABILITA’ dovuta alla ricerca di un proprio posto nel mondo;
FOCALIZZAZIONE SUL SE’, sulle proprie risorse e sui propri obiettivi;
sensazione di PRECARIETA’;
ma comunque fase delle POSSIBILITA’, in quanto periodo dinamico di esplorazioni e opportunità.
Il compito evolutivo del giovane adulto è dunque l’individuazione della propria identità e del proprio posto nel mondo.
Spesso, però, i giovani adulti abitano ancora con i genitori, non hanno un lavoro stabile (per cui è richiesta esperienza che nessuno fa fare) o frequentano un percorso di studi lungo e tortuoso e tutto ciò non agevola la realizzazione di sè. Il rischio, negli ultimi anni amplificato dalla pandemia e ora dalla guerra, con conseguente crisi economica e sociale, è l’alienazione: la marginalità, la fragilità emotiva, l’abbandono degli ideali e dei ruoli, l’instabilità dell’identità.
È quindi possibile che possano insorgere malesseri psicologici, dovuti alla poca o nulla serenitá con cui i giovani devono affrontare i cambiamenti di questa fase evolutiva. Non si è più piccoli, ma sembra di non essere nemmeno abbastanza grandi.
[Se stai attraversando questa fase di vita e ti senti in difficoltà, potresti trarre giovamento da un percorso di supporto psicologico. Le sfide che dovrai affrontare possono mettere alla prova il tuo benessere e influenzare la tua vita quotidiana. Affidarti a un professionista può aiutarti a superare questo blocco evolutivo!]